Spesso i suppellettili e i mobili cinesi sono arricchiti da decorazioni pittoriche che raffigurano i più svariati tipi di animali, sia verosimili che fantastici. Il regno animale gioca un ruolo importantissimo nella cultura cinese (e non solo in qualità di cibo sul tavolo).
La tradizione cinese classifica tutti gli animali in quattro categorie, ciascuna delle quali rappresentata da una “bestia” mitologica. Gli animali con le scaglie, come i pesci e i serpenti sono simboleggiati dal drago. Quelli con le piume sono simboleggiati dalla fenice. Gli animali con pelliccia dall’unicorno e le creature coriacee hanno come capostipite la tartaruga. Nei tempi antichi il drago, la fenice, la tartaruga e l’unicorno erano considerati esseri soprannaturali, il primo in testa al gruppo.
Il drago è da sempre stato considerato una creatura benevola e la sua figura è utilizzata come emblema del potere imperiale. Il drago rappresenta anche la forza maschile, la saggezza e la magnanimità. Se il drago rappresenta l’imperatore, la fenice è spesso associata al femminile e rappresenta l’imperatrice. Questo strano volatile è considerato una tra le creature più sacre del mito cinese. La tradizione vuole che la fenice abbia la testa di un cigno, la coda di un unicorno, il becco di un gallo, la gola di una rondine e le striature di un drago. Chissà che crisi di identità deve avere avuto, poverina. In realtà nelle raffigurazioni pittoriche, gli artisti cinesi si sono sempre preoccupati di dare al loro volatile prediletto una forma aggraziata.
Sui dipinti antichi e sui ricami delle sete tradizionali troviamo spesso la fenice che svolazza in coppia con la sua controparte maschile, il drago. Infatti i due, assieme, simboleggiano amore e beatitudine coniugale. Gli ideogrammi utilizzati per indicare la fenice rappresentano anche l’unione tra il maschio e la femmina, il sesso, insomma. I Cinesi ancora oggi ci scherzano sopra e giocando sul doppio significato del termine, usano la fenice per riferirsi al sesso.
Il Qilin, cioè l’unicorno cinese, è detto essere in grado di riconoscere i colpevoli dagli innocenti. Molte antiche leggende lo vedono protagonista nei panni di consigliere degli imperatori durante i processi. L’unicorno, tradizionalmente, ha il corpo di un cervo, la coda di un bue, zoccoli da cavallo e un singolo corno sulla fronte, anche se talvolta si possono vedere unicorni con tre o più corni. Secondo una credenza popolare, per prevedere il futuro sarebbe necessario bruciare uno di questi corni, e con la luce prodotta dalla fiamma illuminare un bacile di acqua purissima. La presenza dell’unicorno raffigurato accanto o assieme ad un imperatore simboleggia la rettitudine di quest’ultimo.
Poi c’è la tartaruga. Essendo questo un animale longevo, sin dai tempi antichi è stato utilizzato come simbolo di lunga vita e di fedeltà. Gli antichi usavano decorare le lapidi dei loro defunti con incisioni a forma di guscio di tartaruga, come augurio di vita eterna. Quando gli imperatori emanavano una legge o qualche altra forma di comunicazione scritta, questa veniva incisa su tavolette di legno che poi erano legate al dorso di una tartaruga, come a significare che quelle parole sarebbero divenute eterne. Ma come molti simboli orientali, anche la tartaruga ha in sé così tanti significati da risultare ermetica a qualsiasi interpretazione, senza conoscere l’esatto contesto. E infatti, per qualche sconosciuta ragione, la testuggine simboleggia anche l’immoralità. Il termine “tartaruga nera” è utilizzato dai cinesi per indicare lo sfruttatore di prostitute. Il pappone, insomma.
Ma come in ogni mito che si rispetti, a questi quattro super-eroi si contrappongono ben cinque antagonisti, ovvero le “Cinque Creature Malefiche” della tradizione cinese, ovvero le rappresentazioni dei cinque demoni sottoforma di animale. Essi sono il serpente, il rospo, lo scorpione, il geko e il centopiedi. Raffigurati nei dipinti, o citati in prose o poesie, queste creaturine simboleggiano abuso e corruzione, evasione delle tasse, furto, inedia e stupidità. In realtà questi animaletti sono da considerarsi negativi solo in alcuni contesti, dato che in origine quasi tutti loro erano considerati benevoli. Il serpente, ad esempio, era anticamente ritenuto simbolo di intelligenza, nonché portatore di fortuna. Per i Cinesi, sognare di essere inseguiti da un serpente è segno di ricchezza in arrivo. Il geko era tradizionalmente utilizzato come simbolo di protezione. Specialmente protezione contro l’adulterio. Secondo alcune credenze popolari la lucertolina funzionava da cartina tornasole per testare la fedeltà della moglie. Prima di partire per lunghi viaggi, gli uomini cinesi usavano tatuare un geko sull’inguine della loro donna: se questa fosse stata infedele, al loro ritorno il tatuaggio sarebbe sparito. Una simile pratica, che vedeva sempre il geko come protagonista, era utilizzata per testare la verginità delle ragazze destinate all’imperatore.
Anche il centopiedi era anticamente considerato una figura benevola e, anzi, veniva reputato acerrimo nemico del serpente. Molte leggende vedono un centopiedi salvare una donzella aggredita da un serpente malvagio.
Altri animali sono portatori di un certo significato simbolico per semplice omofonia. Ad esempio molte insegne augurali cinesi sono decorate con dei pipistrelli. Il pipistrello è considerato in Cina un simbolo di fortuna, semplicemente perché l’ideogramma usato per rappresentarlo si pronuncia “fu”. Esiste un altro ideogramma che si scrive in tutt’altro modo ma ha la stessa identica pronuncia. Il suo significato è appunto “fortuna”.
Una gran confusione, insomma, tra figure buone e meno buone, o la cui bontà cambia a seconda del tempo e del contesto, omofonie e sovrapposizioni di significato. Ma del resto è normale aspettarsi tale complessità in una cultura che manipola allegramente simboli da più di seimila anni.
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